Non esiste un listino unico nazionale, e nemmeno un obbligo formale a rispettare quelli pubblicati dalle associazioni di categoria. Intanto aumenta la spesa italiana per i servizi di officina
Sale ogni anno la spesa degli automobilisti italiani per la manutenzione, ordinaria e straordinaria, dell’automobile. Grazie all’Osservatorio Autopromotec conosciamo il conto generale, di poco inferiore ai 30 miliardi annui (si sta tornando ai livelli record del 2011). L’Automobile Club Italiano, invece, ha stimato a 659 euro la spesa media annua per famiglia. Ma quali sono le tariffe degli autoriparatori 2017? Quanto incide la manodopera e quanto il pezzo di ricambio? Scopriamolo…
Non esiste un unico tariffario delle riparazioni
Prima cosa da sapere: come per quasi tutte le categorie artigianali, anche per i meccanici non esiste un tariffario unico nazionale a cui attenersi. In questo caso entrano in gioco piccole e grandi associazioni di categoria (Confartigianato, Unione Artigiani, Confederazione Nazionale dell’artigianato, etc) che, a livello provinciale, ogni anno, elaborano e pubblicano uno specchietto con le tariffe di autoriparazione a forbice, variabili in base alla dimensione aziendale, la collocazione e l’organizzazione. Non sono vincolanti bensì indicative (nulla vieta di stare sotto alla quota minima o sopra quella massima) e, solitamente, sono seguite da circa il 90% della categoria. Vengono depositate in Camera di Commercio e messe a conoscenza del Giudice di Pace che le utilizza come riferimento per dirimere eventuali controversie.
Qualche esempio sparso per l’Italia
La Confartigianato di Bergamo ha pubblicato anche quest’anno le tariffe orarie degli autoriparatori e la forbice per le carrozzerie varia da € 37,50 e € 50,50, di € 36,40 e € 48,30 per la meccatronica. Nel 2016 erano leggermente inferiori (del 2% circa): tra € 36,80 e € 49,50 e tra € 35,70 e € 47,30. A Torino, grazie alle rilevazioni di Confartigianato, CNA e CasArtigiani, il costo orario minimo e massimo nel 2016 della manodopera praticato dalle imprese di autoriparazione ha fluttuato fra € 37,40 e € 63,00. Nessuna forbice in Sardegna: Confartigianato Imprese e Cna segnalano la tariffa media per il 2017 di € 46,01. (iva esclusa)
Sale la spesa degli italiani per i servizi di officina
Aumenta la spesa degli italiani che si rivolgono ai servizi di officina per riparare la loro autovettura. Nel 2016, secondo l’Osservatorio Autopromotec, è stata pari a 29.5 miliardi di €, il 3.9% in più sul 2015, che sale a 36.6 (oltre un quinto della spesa totale per i veicoli in Italia, pari a 175.8 miliardi) se includiamo anche le imprese e i veicoli commerciali, quelli industriali e gli autobus. Nello stesso periodo il numero di auto in circolazione è aumentato dell’1.4%, più o meno come la quantità di riparazioni effettuate (+1.3%). Resta sostanzialmente stabile il numero degli autoriparatori (83.505, erano 83.460 nel 2014), categoria che include meccanici, elettrauto, carrozzieri, gommisti (+3.1%) e le officine legate alle concessionarie che sono 3.851 (3.842 nel 2014). Il totale della rete di assistenza – che include, tra gli altri, i centri di revisione – è pari a 117.540 (+0.5% sul 2014). In Lombardia parliamo di 16.318 imprese di varia grandezza (+1.5%), al nord sono 48.674 (+0.6%).
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Il web aiuta nella ricerca dell’autoriparatore migliore
Sempre più italiani – per la maggior parte uomini – danno una sbirciatina al web quando la loro automobile necessita di manutenzione o di una riparazione. La rivela una ricerca condotta dall’ICDP, la società europea con sede in Inghilterra e in Germania che dal 2011 esamina i trend e i cambiamenti delle abitudini dei consumatori nel mondo dell’automotive. Secondo l’ICDP Consumer Survey del 2016, due italiani su tre si rivolgono alla rete per trovare un’officina (magari la più vicina oppure la più conveniente) e cercare informazioni prima di portare l’auto a riparare. Il 72% di chi lo fa è di sesso maschile, la fascia d’età più rappresentativa è quella tra i 25 e i 44 anni.
Pezzi di ricambio più cari, la tecnologia “pesa”
Una ricerca di DAT-Italia certifica come negli ultimi tre anni il prezzo dei pezzi di ricambio sia cresciuto mediamente dal 4% al 30%, a seconda della marca del costruttore e del modello. Lo studio ha preso in considerazione i pezzi più soggetti a rottura e che quindi vengono sostituiti più frequentemente (paraurti, parafanghi, porte, parabrezza e fari) e i modelli più venduti in Italia. Fiat ha aumenti più contenuti (4-5%), Ford quelli mediamente più elevati (+18%). “Pesa” l’alto tasso di tecnologia e di elettronica delle auto più moderne. L’esempio più elementare riguarda i fari: composti negli anni ’80 da una semplice copertura in vetro e da una lampadina, oggi quelli a led, montati sulle auto di alta gamma, composti da 300 pezzi, possono costare anche mille euro l’uno. Ed ecco che un piccolo tamponamento può trasformarsi in un vero e proprio salasso…