I fattori che concorrono a far sì che l’auto freni al meglio sono diversi. In primo luogo l’impianto deve essere in perfetto stato, oltre ad ABS e AEB che rendono tutto più sicuro. Ma cosa stanno a indicare queste sigle?
“Calibra la frenata” oppure “Non frenare in curva”. O ancora “Frena dolcemente”. Chissà quante volte avrai sentito dire (o dirti) queste raccomandazioni per una delle azioni sicuramente più delicate e importanti della guida di un’automobile. Cosa sia più giusto dipende dalla situazione in cui ci si trova. Le uniche raccomandazioni di Mocauto sono quelle di rispettare i limiti di velocità e le distanze di sicurezza (che non sono mai casuali sulle strade) e di mantenere l’impianto frenante della tua auto in perfetto funzionamento sottoponendo tutte le sue componenti a un periodico controllo. Intanto facciamo un utile ripasso su come ci si comporta in frenata e sul significato di alcune sigle più o meno comuni. Per chiudere infine con una curiosità riservata solamente ai “veri” piloti…
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La frenata d’emergenza con l’ABS. Come comportarsi?
L’ABS è obbligatorio su tutte le auto nuove immatricolate in Europa dal 1 luglio del 2004. Oramai lo hanno quasi tutte. È un sistema di antibloccaggio delle ruote, ripartendo la forza frenante sull’asse che ha più aderenza e mantenendo direzionalità. Se si presenta un ostacolo all’improvviso, cosa fare?
- Pigiare forte il pedale del freno e, contemporaneamente, quello della frizione.
- Grazie all’ABS sarà anche più semplice sterzare per evitare l’ostacolo. Le ruote non si bloccano e seguiranno al meglio la direzionalità che avete impresso svoltando il volante.
Sei un po’ distratto? C’è l’AEB
La tecnologia a supporto dell’automobilista ha raggiunto livelli impensabili. Si parla oramai da anni di guida autonoma, ma sono già tanti i sistemi a supporto di chi sta al volante, tutti o quasi con l’obiettivo di migliorarne la sicurezza. Quelli riguardanti la frenata sono raggruppabili nella sigla AEB, Autonomous Emergency Braking (Sistema di frenata d’emergenza automatica), intervengono solamente nelle situazioni critiche e, sostanzialmente, svolgono una doppia funzione: attraverso sensori ottici identificano l’ostacolo, avvisano il conducente e qualora non dovesse intervenire, frenano l’auto.
Come si calcola lo spazio di arresto?
Abbiamo trovato più di una formula per calcolarlo. Dipende primariamente dalla velocità ma anche da altri fattori come le condizioni dell’asfalto, del battistrada delle gomme e dalla pendenza. E, ovviamente, dal tempo di reazione di chi sta alla guida. Sì, perché lo spazio di arresto è diverso dallo spazio di frenata ed è calcolato sommando lo spazio di reazione (la distanza percorsa nel tempo che passa tra l’istante in cui il conducente percepisce il pericolo e quando tocca il freno) più quello di frenatura (distanza percorsa durante l’azione frenante). A tal proposito riproponiamo uno specchietto ideato dall’Asaps, l’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, che calcola lo spazio di arresto elevando al quadrato la cifra che indica le decine della velocità, e ottenendo così un valore che indica la distanza espressa in metri (esempio: 60 Km/h, 62 = 36 metri). Mentre lo spazio di reazione si calcola moltiplicando per 3 il numero che indica le decine della velocità e ottenendo sempre una distanza espressa in metri (esempio: 60 Km/h, 6×3 = 18 metri).
C’è chi frena con il piede sinistro
Lo fanno i migliori piloti di rally. Per una ragione: non si perde nemmeno una frazione di secondo quando si deve tornare ad accelerare perché il piede destro è già pronto sul pedale giusto. Una tecnica da non ripetere per chi non è esperto e allenato, visto che il piede sinistro – quello che schiaccia la frizione – non ha la necessaria sensibilità e c’è il rischio serio di andare in testacoda.